venerdì 24 agosto 2012

Pussy Riot e Pubic Relations in uno scritto di Israel Shamir


Uno scambio di e-mail con una persona appena rientrata da un viaggio nella Federazione Russa ci ha confermato, caso mai ce ne fosse stato bisogno, che la minuscola vicenda giudiziaria che ha tanto aiutato la "libera informazione" a chiudere i numeri di agosto non ha avuto in Russia alcuna portata ed alcuna attenzione, perché in un contesto socioeconomico normale nessuno si interessa di cose come questa.
In questa sede non si attribuisce alcun valore, e tanto meno un valore "rivoluzionario", a cose come la blasfemia interessata, e si ha l'abitudine di considerare le giovani donne con pochi vestiti addosso semplicemente come giovani donne con pochi vestiti addosso. La foto in alto viene anch'essa da una repubblica della Federazione Russa (in verità scelta non troppo a caso) ed è la rappresentazione iconografica di un modo di agire meno blasfemo e più vestito.
La "libera informazione" ha comunque di che essere soddisfatta, piena com'è di professionisti che vantano una lunga e paritetica esperienza sia nel campo dei "diritti umani" che in quello del pube femminile: adesso che a combinare idiozie da nude non ci sono solo le giovani ucraine (epidermide esposta e maturità politica vanno tutt'altro che d'accordo, nonostante la "libera informazione" non perda occasione per dirsi convinta del contrario; a Kiev un paio di queste sfaticate avrebbe segato una croce eretta per ricordare le vittime dello stalinismo) è possibile sottrarre qualche altro residuale spazio ad argomenti diversi dal pallone e dalle mucose femminili, accontentando committenza e sudditi con ancor meno fatica.
Gia pubblicato da Come don Chisciotte e certamente non privo di asserzioni ampiamente criticabili (non abbiamo tra l'altro alcun motivo di condividere il ritratto agiografico di Vladimir Putin) lo scritto realistico ed irridente di Israel Shamir mette un po' di cose al loro posto e merita un'ulteriore traduzione e diffusione, prima di chiudere definitivamente con l'argomento.

In mezzo all'ammirazione universale le Pussy Riot (PR per brevità) sono state promosse superstar. Ma chi sono? Non sono un gruppo rock o punk. Un giornalista britannico se ne è meravigliato: non producono musica, non scrivono canzoni, non dipingono. Nada, rien, nulla. Come si fa a definirle delle artiste? Per i loro sostenitori si è trattato di una prova non da poco, ma le PR l'hanno superata a pieni voti: il Dipartimento di Stato statunitense, famoso per le sue attività di mecenatismo, ha finanziato la produzione del loro primo singolo, curata da The Guardian partendo da qualche immagine e da un po' di colonna sonora.
Noi abbiamo uno stomaco che ci permette di tollerare l'oscenità e la blasfemia: personalmente sono un grande ammiratore di Notre Dame de Fleurs di Jean Genet, che riuniva entrambe le cose. Solo che le PR non hanno mai scritto, composto o ritratto alcunché che abbia un qualche valore. Chris Randolph le ha difese su Counterpunch paragonandole al "controverso Yegor Letov". Un paragone davvero fuorviante: Letov ha scritto poesia, piena di oscenità ma pur sempre poesia, mentre le PR non sanno fare altro che Pubbliche Relazioni.
Dannatamente brave nel farsi pubblicità ma parecchio alle corde dal punto di vista delle competenze artistiche tre giovani donne russe han deciso di... beh, sembra una filastrocca [nel testo inglese ci sono assonanze intraducibili, N.d.T.]. Hanno rubato un pollo congelato in un supermarket e lo hanno usato come un oggetto sessuale; hanno filmato il tutto, lo hanno chiamato "arte" e hanno messo il filmato sul web (dove tutt'ora si trova). Altri loro traguardi artistici sono stati un'orgia in un museo e la cruda esposizione di un organo genitale maschile eretto.
Anche in queste installazioni artistiche di dubbio gusto il loro ruolo si è limitato alla parte tecnica: la gloria se l'è presa l'artista russo-israeliano Plucer-Sarno di Mevasseret Zion, che ha avocato a sé l'ideazione, il disegno ed il copyright ottenendo anche un importante premio in Russia. Quelle che sarebbero diventate appartenenti alle PR non ci hanno guadagnato nulla, e Plucer le ha descritte come "ambiziose provinciali sgomitanti" o peggio.
Negli ultimi tempi hanno cercato di mettere in piedi un baraccone di lotta politica. Altro buco nell'acqua. Hanno rovesciato un torrente di oscenità su Putin nella Piazza Rossa e nelle stazioni della metropolitana: effetti ottenuti, nessuno. Non sono state arrestate, non sono state multate, sono soltanto state allontanate come si allontana una presenza fastidiosa. E non hanno attratto l'attenzione della gente. E' importante ricordare che Putin è un esecrato nemico degli oligarchi russi, che controllano la maggior parte dei mass media russi e che sono dietro alla maggior parte dei quotidiani moscoviti al punto che possono scrivere praticamente tutti i giorni talmente tante invettive sul conto di Putin che queste ultime hanno perso il loro valore dirompente. Non puoi inventarti ogni giorno che passa una nuova diatriba contro Putin, perché tutto è già stato detto e pubblicato. E Putin praticamente non interferisce mai con la libertà di stampa.
I miei amici stranieri che fanno i giornalisti di solito si stupiscono per la ferocia unanime che caratterizza le campagne anti-Putin dei mass media russi. Ricorda gli attacchi che la stampa liberale rivolgeva a G. W. Bush negli Stati Uniti, ma negli Stati Uniti ci sono molti giornali di orientamento liberale che nondimeno hanno sostenuto Bush. Putin invece non gode praticamente di alcun sostegno da parte del mainstream, che è tutto controllato da baroni del settore. La TV costituisce un'eccezione di rilievo, ma ha un orientamento esplicitamente apolitico e trasmette soprattutto robaccia d'intrattenimento, anche quella presentata da attivisti anti Putin come la signorina Xenia Sobtchak. Di conseguenza, le PR hanno fallito alla grande nel loro tentativo di suscitare un vespaio.
Alla fine le giovani virago si sono mobilitate per attaccare la Chiesa. A questo punto avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di avere un po' di pubblicità. La campagna antiecclesiastica è iniziata qualche mese fa, ed è iniziata piuttosto all'improvviso, come se fosse partita a comando. La Chiesa in Russia ha avuto venti anni di pace, trascorsi riprendendosi dal periodo comunista, ed è rimasta sorpresa dalla ferocia dell'aggressione.
Questo argomento meriterebbe un'esposizione più lunga e cercheremo di essere brevi. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, nella vita quotidiana dei russi la Chiesa è rimasta l'unica importante forza spirituale dedita alla solidarietà. I governi di Eltsin e di Putin erano materialisti come i comunisti; predicavano e praticavano il darwinismo sociale di stampo neoliberista. La chiesa offriva qualcosa che andava oltre le illusorie ricchezze terrene. I russi, che avevano perso il collante della solidarietà prima fornito dai comunisti, hanno aderito avidamente all'alternativa proposta dalla Chiesa.
Il governo e gli oligarchi hanno trattato bene la Chiesa, perché la Chiesa mostrava una forte tendenza anticomunista e i possidenti avevano ancora paura che i rossi potessero mettersi alla testa di chi non possedeva nulla. La Chiesa ha prosperato, molte belle cattedrali sono state ricostruite, molti monasteri sono risorti dopo decenni di decadenza. La Chiesa, portata a nuova potenza, è diventata in Russia una forza capace di unire.
Una volta diventata forte, la Chiesa ha iniziato ad esprimersi in favore dei poveri e dei diseredati; i comunisti riformati guidati da Gennadi Zuganov, che frequenta la Chiesa, hanno a loro volta scoperto il modo di parlare ai credenti. Un economista e pensatore ben noto, Michael Khazin, ha vaticinato che il futuro appartiene al nuovo paradigma di cristianesimo rosso, secondo una linea simile a quella che si trova nei primi scritti di Roger Garaudy. Questo progetto rosso-cristiano costituisce una minaccia per le élite e rappresenta una speranza per il mondo, ha scritto Khazin. D'altro canto la Chiesa russa è venuta assumendo un atteggiamento molto russo ed antiglobalista.
Questa situazione ha probabilmente fatto accelerare l'attacco, ma tanto era soltanto questione di tempo prima che le forze anticristiane facessero un passo avanti ed attaccassero la Chiesa in Russia come l'hanno attaccata in Occidente. Quando la Russia è entrata nel WTO ed ha adottato i costumi occidentali, ha dovuto adottare anche la secolarizzazione. E dunque la Chiesa in Russia è finita sotto attacco da parte di forze che non vogliono che la Russia sia un paese coeso: gli oligarchi, il grande capitale, i padroni dei mass media, l'intelligencija moscovita filoccidentale e tutti i portatori di interessi occidentali, che preferiscono ovviamente una Russia spaccata al suo interno.
L'offensiva mediatica contro la Chiesa è cominciata partendo da questioni di poco conto: i mass media sono tutti entrati in fibrillazione per il costoso orologio del Patriarca, un regalo dell'allora presidente Medvedev. Il livello del fervore antireligioso poi si è fatto alto nelle file dell'opposizione liberale, quella che aveva dimostrato contro Putin prima delle elezioni e che ora aveva bisogno di un'altra causa da far propria. Viktor Shenderovich è un attivista anti Putin di primo piano, ed ha detto che si mostrerebbe comprensivo se i sacerdoti ortodossi russi venissero massacrati come successo negli anni attorno al 1920. Un altro visibile personaggio appartenente alle schiere dei contestatori liberali, Igor Eidman, ha esclamato "sterminiamo i parassiti", ovvero la Chiesa russa, usando i peggiori vocaboli attinti dalla biologia.
Il sedicente coordinatore delle PR, Marat Gelman, è un collezionista d'arte ebreo russo ed ha avuto a che fare con precedenti installazioni artistiche anticristiane che hanno contemplato la distruzione di icone e l'esposizione di apparati per clistere fatti a forma di edificio sacro. Il problema, per lui e per le PR, è che provocare una reazione della Chiesa si è rivelato difficile. Le PR hanno cercato per due volte di suscitare l'indignazione del pubblico nella seconda cattedrale di Mosca, la più vecchia Cattedrale Elochovsky; in entrambi i casi sono state cacciate, ma non arrestate. La terza volta hanno alzato il tiro e sono andate alla Cattedrale di Cristo Salvatore, quella che fu demolita negli anni '30 dello scorso secolo da Lazar Kaganovich e che fu ricostruita negli anni '90; hanno aggiunto un bel po' di blasfemie del genere più osceno, ed ancora una volta furono fatte allontanare in pace. La polizia ha fatto il meglio che poteva per evitare di arrestare queste virago, ma non ha avuto altra scelta dopo che le PR hanno pubblicato un video che le ritraeva all'interno delle cattedrali accompagnato da una colonna sonora fatta di oscenità.
Durante il processo la difesa e le accusate hanno fatto del loro peggio per mettersi a tu per tu con la giudice, minacciando il fatto che sarebbe incorsa nell'ira degli Stati Uniti (sic) e gridando a mo' di sfida affermazioni intrise di odio anticristiano. La giudice non ha potuto fare altro che trovare le accusate colpevoli di istigazione all'odio (la motivazione precisa è quella di "teppismo motivato da odio religioso"). Il processo non ha riconosciuto alle imputate l'aggravante di aver agito "con l'intento di causare una sommossa a carattere religioso", anche se la cosa sarebbe probabilmente stata appropriata ed avrebbe inasprito la sentenza; imputati accusati di aver disegnato in giro delle svastiche hanno avuto contestata l'aggravante di aver agito con l'intento di causare una sommossa e sono stati condannati a cinque anni di detenzione.
I due anni previsti dalla sentenza sono abbastanza in linea con la prassi che prevale in Europa. Per affermazioni tese a suscitare odio contro gli ebrei molto meno gravi di così, certi paesi europei condannano abitualmente gli imputati che incorrono per la prima volta nella contestazione di questo reato a pene comprese tra i due ed i cinque anni di carcere. I russi si sono avvalsi della legislazione contro l'istigazione all'odio contro imputati accusati di aver offeso la fede cristiana, e probabilmente questa è la relativa novità del caso in questione. I russi hanno mostrato di avere per Cristo la stessa considerazione che i francesi hanno per Auschwitz, e la cosa ha lasciato basiti gli europei, che a quanto sembra pensano che le leggi contro l'istigazione all'odio siano valide solo quando ci sono da proteggere gli ebrei o gli omosessuali. I governi occidentali invocano più libertà per gli anticristiani russi, ma allo stesso tempo la negano ai revisionisti sull'olocausto che si trovano nella loro giurisdizione.
L'opposizione anti Putin si è aggregata per sostenere le PR. Un capo carismatico dell'opposizione, il poeta Eduard Limonov, ha scritto che l'opposizione ha fatto un errore esprimendo il proprio sostegno alle PR, perché si contrappongono alla massa ed il baratro tra la massa e l'opposizione non fa che allargarsi. Ma la sua è stata una vox clamantis in deserto: tutto il resto dell'opposizione ha abbracciato con entusiasmo la causa delle PR cercando di farne un'arma contro Putin. Anche i mass media e i governi occidentali hanno usato la questione per attaccare Putin. Un'editoriale sul Guardian ha esplicitamente invitato Putin alle dimissioni. Putin ha invocato clemenza per le PR, ed il governo è rimasto imbarazzato dalla questione. Ma non c'erano scelte: chi manovrava le PR da dietro le quinte voleva che le virago finissero in carcere, e lo ha ottenuto.
Dal punto di vista commerciale è stato come vincere alla slot machine. Con il sostegno di Madonna e del Dipartimento di Stato, è probabile che lasceranno la cella pronte ad un tour mondiale con servizio fotografico alla Casa Bianca. Hanno registrato il loro nome come marchio ed hanno cominciato a venderne il franchising. Le loro dirette concorrenti, il gruppo Femen (la cui arte consiste nell'esporre i seni nudi in contesti inusuali) hanno cercato di battere le PR segando una grande croce di legno elevata a memoria delle vittime di Stalin. Ormai a far da limite non c'è che il cielo.
Agosto è il mese delle vacanze, non ci sono molte notizie serie; chi legge i giornali è al mare o in campagna, e ci ha pensato il processo alle PR a fornire tutto il divertimento che ci voleva a popolo e comune. Si spera che la questione esca da sotto i riflettori alla fine della stagione delle idiozie, ma non c'è troppo da scommetterci.

Israel Shamir è uno scrittore russo-israeliano apprezzato dalla critica e che gode di buona considerazione. E' scrittore prolifico ed ha tradotto in russo Joyce ed Omero. Vive a Jaffa, è cristiano ed è solito criticare epslicitamente Israele e il sionismo.

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